Decision Intelligence per il Fashion: nuove strategie per la gestione del cambiamento

4 Mag, 2021 | Decision Intelligence

La crisi del COVID-19 ha impattato enormemente su tutti i settori, ma il mercato del fashion è forse quello che più di altri ha dovuto reagire all’emergenza. Abbiamo già evidenziato i tre possibili scenari identificati da Gartner per la ripresa. Definire nuove strategie supportate da sistemi di Decision Intelligence per i manager del fashion è diventata una necessità per governare i rischi e reagire rapidamente ai cambiamenti.

Early Recovery vs Later Recovery:
quale futuro per il fashion?

La previsione degli esperti pone gli operatori del fashion davanti a due possibili scenari di ripresa.
Nel primo, più ottimistico e definito “Early Recovery”, le vendite globali dell’intero settore della moda nel 2021 diminuiranno fino al 5% rispetto al 2019. Ovviamente la veridicità di questa previsione va di pari passo con il contenimento del virus in più aree geografiche, favorendo una rapida ripresa per i mercati globali, ipotizzabile nel terzo trimestre del 2021.
Il secondo scenario, più critico e definito “Later Recovery”, presenta un calo delle vendite per il fashion del 10-15% rispetto al 2019 a causa di un dilagare permanente della pandemia, con la speranza di una ripresa economica soltanto a partire dal quarto trimestre del 2023.
Entrambi gli scenari presentano alle aziende di moda condizioni commerciali difficili da prevedere, ma possiamo azzardare che la pandemia ha già evidenziato dei trend significativi, sulla scia di tendenze riscontrate già dal 2019.

Come si evince dalle analisi condotte pre covid l’abbigliamento made in Italy aveva registrato un +16% di vendite online dei prodotti. Durante la pandemia l’e-commerce ha manifestato un’incidenza significativa molto impattante per il settore del fashion, sfiorando il 30% del totale delle vendite per i player della moda. Grazie ai sistemi di Decision Intelligence, prevedere i trend a breve termine e intercettare in anticipo i comportamenti di acquisto della domanda saranno due leve determinanti per normalizzare la crisi e sopravvivere ai nuovi scenari economici post covid.

La gestione del cambiamento per le aziende del fashion

Possiamo definire quattro principi chiave che le aziende del fashion dovranno necessariamente perseguire per adeguarsi ai nuovi scenari:

  • Supply Chain agile, flessibile e resiliente

Il modello di stagionalità tipico della moda ha subito un forte contraccolpo che nella pratica si è manifestato con la chiusura dei negozi e conseguente presenza in magazzino di intere collezioni invendute. L’intera catena di fornitura dovrà essere riorganizzata per adattarsi in maniera rapida ed elastica ai nuovi cambiamenti imposti dalla pandemia. Questo per le aziende di moda significa ripensare totalmente le dinamiche che interessano tanto la produzione quanto la distribuzione delle collezioni, riservandosi la possibilità di mutare in corso d’opera l’intera strategia, al fine di evitare situazioni di over stock che inciderebbero pesantemente in maniera negativa in un contesto già di per sé di difficile gestione.

  • Demand Driven Supply Chain

Il ricorso a sistemi di Decision Intelligence per il fashion rappresenta la chiave di lettura per un futuro all’insegna della ripresa. La Supply Chain subirà ancora grandi shock per tutto il 2021: le aziende di moda e i loro manager dovranno implementare l’utilizzo degli Advanced Analytics per farsi guidare dai dati nella definizione della loro strategia, affinando la capacità di interpretare in anticipo i comportamenti della domanda e adottando un modello demand driven che possa orientare anche e soprattutto la capacità produttiva ed evitare così sprechi di risorse significativi.

  • Migliorare l’esperienza degli utenti

Come già visto, anche il fashion ha (ri)scoperto la dimensione digitale e la vendita tramite ecommerce. La fusione tra la dimensione on e off line ha creato i presupposti per la definizione dell’era “Onlife”  in cui anche le esperienze di consumo si ibridano in una dimensione che offre soluzioni di continuità tra ciò che gli utenti compiono attraverso internet e ciò che realmente fanno nelle loro vite quotidiane. I marchi di moda che sapranno sviluppare nuove app e nuovi sistemi che possano favorire non solo l’acquisto ma anche la condivisione dell’esperienza d’acquisto per gli utenti avranno maggiori possibilità di reagire meglio al cambiamento.

  • “Less is More”: per un futuro sostenibile del fashion

Il Covid-19 ha evidenziato la necessità di un cambiamento nella mentalità della redditività per le aziende del fashion: produrre meno per vendere meglio. Ancora una volta i sistemi di Decision Intelligence risultano essere validi alleati nel supporto alle decisioni per i manager. Le aziende, infatti, devono dimostrarsi capaci di gestire al meglio la merce a disposizione attraverso sistemi di allocazione e replenishment flessibili, che tenga conto sia dei nuovi prodotti ma anche dei left-over delle stagioni che non hanno performato secondo le aspettative. Il tutto in un’ottica di sostenibilità ambientale, che non trascuri però anche la dimensione sociale. Man mano che i clienti diventano più consapevoli dei problemi di benessere dei lavoratori e dell’impatto umano delle chiusure degli impianti di produzione, i leader aziendali devono sostenere le più alte pratiche di business etiche affinchè le condizioni di benessere dei lavoratori vengano sempre prima degli interessi meramente di business.

Dal Fast al Luxury fashion: le sfide per il futuro

Il futuro del fashion sarà determinato da due possibili sfide, con la tecnologia come elemento comune.
La prima riguarda il piano strettamente operativo. La reazione delle aziende a fronte di minori vendite e di una domanda imprevedibile dovrà essere quella di produrre in modo più oculato e quindi in quantità inferiori.
Ancora una volta i sistemi di Decision Intelligence risultano essere validi alleati nel supporto alle decisioni per i manager. Le aziende, infatti, devono dimostrarsi capaci di gestire al meglio la merce a disposizione attraverso sistemi di allocazione e replenishment flessibili, che tenga conto sia dei nuovi prodotti ma anche dei left-over delle stagioni che non hanno performato secondo le aspettative.
Di questo parere sembra essere anche Helena Helmersson, Chief Executive di H&M Group, che recentemente ha dichiarato che stanno lavorando secondo la logica di “produrre solo ciò che possono vendere” affidandosi alla tecnologia come fattore abilitante per raggiungere questo obiettivo, anche nell’ottica di circolarità e riuso dei prodotti, per un mondo del fashion sostenibile in tutti i sensi.
La seconda riguarda un piano culturale, e prevede uno sprint digitale per favorire le vendite online e migliorare le esperienze dei consumatori. La tecnologia della Decision Intelligence e il digitale si caratterizzano come validi alleati nel supportare il processo di cambiamento anche nel settore Luxury. Michael Burke, Amministratore delegato di Louis Vuitton, ha sottolineato l’importanza del processo di accelerazione digitale e del ricorso all’Artificial Intelligence durante la crisi pandemica per potenziare le vendite online attraverso l’e-commerce e migliorare le esperienze di acquisto dei consumatori.

Ublique: la piattaforma di Decision Intelligence di Spindox

Le peculiarità del settore fashion già caratterizzavano il mercato secondo variabili altamente complesse. All’alta stagionalità, ai lunghi tempi di consegna e al ciclo di vita breve dei prodotti, si sono poi aggiunte l’elevata complessità e la crescente incertezza derivante dal covid.
In quest’ottica Ublique, la piattaforma di decision intelligence di Spindox, si propone come un valido strumento di supporto alle decisioni di business. La suite di soluzioni per il mercato del fashion prevede la combinazione di 4 moduli verticali dedicati alla Demand Intelligence, al Revenue Management, alla Pianificazione dei trasporti e all’Ottimizzazione del Magazzino, permettendo ai player di mercato di rimodellare Supply Chain a vantaggio del proprio business, come dimostrato dai clienti che lo hanno già integrato all’interno delle proprie aziende.

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